Campioni cercasi......
Troppa quantità a discapito della qualità.

Ho titolato cosìquesto scritto in quanto penso che se ci si affidasse ai titoli che stanno davanti ai nomi dell´80% dei setter che vengono utilizzati in prove, per scegliere i genitori dei nostri futuri compagni di caccia ci troveremmo di fronte all'impossibilita' di scegliere, sono tutti campioni!


Però quando portiamo i cani sulla selvaggina vera, ed in terreni veri, difficili i campioni da 10 diventano 2 o 3 al massimo. Cosa significa questo?Semplice la voglia di denaro non conosce confini e pur di vendere cani si organizzano pseudo prove su animali appena liberati ed ecco valanghe di cac e valanghe di campioni. Finalmente l´Enci ha fatto la sua parte istituendo zone doc, dove ancora i Terreni e la Selvaggina sono quelli di un tempo (Val Cerrina, Sardegna, Valli del Trebbia etc.) e soltanto nelle prove svolte in queste zone verranno assegnate le qualifiche valide per la proclamazione a campione di lavoro. È un primo ma significativo passo, mi spiegate in quale sport esiste un tale numero di eccelsi praticanti? I buoni sono molti, gli ottimi meno, ma i campioni sono pochi! Solo così chi si avvicina alla caccia o chi già ne è parte saprà meglio valutare le correnti di sangue ed i vari soggetti che purtroppo è impossibile per molti ammirare nel lavoro sul campo.


Voglio portare un esempio che chi ha letto finora questo scritto forse non capirà, ma leggendo con attenzione sarà chiaro il mio pensiero. Ho letto sul numero di Gennaio 2005 della Gazzetta della Cinofilia il resoconto delle prove dicembrine a beccacce in Calabria e del campionato europeo 2004 in Grecia sempre su beccacce, si tratta di prove su selvatico vero, prove molto attendibili, eppure cosa e' successo? Tra i 5 cani selezionati dal selezionatore italiano tutti avevano ottenuto ottime qualifiche nelle prove calabresi, dove forse i terreni erano più comodi e meno difficoltosi di quelli greci, infatti ad un certo punto dell'articolo sul campionato europeo l'autore del medesimo scrive: i cani italiani si sono trovati in condizioni difficili e forse non erano preparati per quei terreni e quelle condizioni! Ci rendiamo conto? I cani non erano pronti per situazioni piu' estreme! Ed allora non sono campioni, è questo il punto!I campioni sono quelli che lo dimostrano nelle difficoltà, non quando è tutto facile! Questo è successo a cani che avevano vinto gare a beccacce, pensiamo a quelli che vincono gare e diventano campioni su polli d'allevamento!


Il cane da caccia deve essere flessibile, come si può dire: il mio cane se non c'è il vento ha difficoltà. È logico se i genitori e gli altri suoi ascendenti sono sempre stati abituati a correre su tavoli da biliardo senza il minimo ostacolo all´emanazione cosa si può pretendere. Questo è il punto, ci vuole selvaggina vera, ma anche terreni veri che obblighino il cane a rallentare, a cercare la minima traccia che anche quando non c'è il vento a favore gli permetta di scovare il selvatico. Mi sono permesso di scrivere queste righe in quanto posseggo un setter maschio la cui madre (campionessa di lavoro) è una figlia di Radentis Gian ed il padre &egarve; il vincitore del campionato europeo grande cerca 2002 Lerry, in più ho due femmine di ceppo Ticinensis una di 6 anni e la figlia di quasi 2 anni, ebbene il maschio ha un movimento eccelso, un´ottima presa di punto, ottimo stilista, ma se devo andare a caccia in montagna a galli, coturnici e beccacce ( e vado solo lì a caccia in Val d´Ossola e in canton Vallese) tra lui e la femmina di quasi 2 anni non c'è match, se c´&egarve; un selvatico lei lo fa saltar fuori. Entrambi sono stati portati ad addestrare almeno 50 volte in montagna, ma lui corre mentre lei cerca, è questa la differenza!Il perchè è presto spiegato, lei è figlia di eccelsi cacciatori di montagna, (in mie mani almeno 3 generazioni) lui è figlio di cani da prove! Eppure i campioni sono i genitori di lui! Vorrei vederli questi pseudo cinofili dopo 6, 7 o 8 ore di caccia ai galli in terreni accidentati, dove per conquistarti una preda devi lottare contro l´ambiente, contro l´età e la fatica cosa direbbero vedendo i loro campioni!Cercasi veri campioni, è un´appello, speriamo che chi ha in mano le redini della cinofilia venatoria e soprattutto le redini del futuro del setter inglese continui sulla strada intrapresa con l´istituzione di zone doc per la concessione dei titoli di campione di lavoro, solo così il vero setter inglese (Ticinensis, Rovere, Entella, Gonzaghensis, Brembo, Crismani i ceppi che hanno fatto la storia) resterà patrimonio di tutti e non soltanto di chi può permettersi la vera selvaggina e i suoi veri habitat per poterlo addestrare!L´alternativa sarà come già è: cani da prove da un lato per i pochi facoltosi che se lo possono permettere, e cani da caccia dall´altro per i ´´veri cacciatori´´! Ringraziando per l´ospitalità cordialmente saluto.

Stefano


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